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Mio padre è ancora dentro la gente
intervista a Rita Dalla Chiesa
di Felice Cavallaro (dal "Sette" n°35/2002)
"Me lo sento dire che sono passati 20 anni. Ma per me è come se fosse accaduto,
non dico ieri appena qualche giorno fa. È talmente vivo il ricordo..."
Ritorna dopo le vacanze da Atene col suo compagno greco Rita Dalla Chiesa e, prima di
riprendere una intensa stagione televisiva, riflette incredula su questo ventesimo
anniversario dalla strage che le strappò l'affetto più caro.
"Avverto un elemento positivo e uno terribile."
Il primo?
Nella memoria storica di una certa Italia questa persona c'è. Mio padre è ancora dentro
la gente. Fra i suoi carabinieri. Non soltanto quelli che hanno lavorato con lui, ma anche
fra i carabinieri giovani che si mettono sull'attenti davanti a me. E lo fanno non per me,
ma perché io sono la figlia del generale. E magari dormono con la sua foto nella camerata.
E l'elemento negativo?
Non ho ancora certezze su che cosa sia successo a Palermo. Posso averle quando si parla di cosche,
ma su chi sia stato veramente il mandante di quella orribile strage non so. E temo che lave verità
non verrà mai fuori. È una grande amarezza. Anche se crediamo di aver capito tutto su Falcone e Borsellino,
su I Mattarella, La Torre o Chinnici, in effetti, non sappiamo niente.
Suo fratello Nando fece cinque nomi subito dopo il delitto.
Alcuni non ci sono più e io non me la sento, soprattutto nel caso di Nicoletti, di insistere.
Nando in quel momento non disse una cosa giusta, ma stragiusta, e io ero assolutamente d'accordo con lui.
Ma dopo 20 anni potrei dire che forse i nomi giusti fra i cinque non c'erano, o che lo erano tutti o che
ne mancava qualcuno. Quando Nando disse: "Cercate i mandanti nella Dc", comunque aveva visto giusto. Questo penso.
Voi come famiglia e parte civile al processo, avete puntato il dito contro Giulio andreotti.
Suo fratello ha pure chiesto la revoca della carica di senatore a vita.
Io debbo confessare che è sempre più difficile capire. E che alcune certezze di allora sono diventate
insicurezze perché è come camminare sulle sabbie mobili . Ma spero ancora nella giustizia. Voglio sapere
chi è stato a decidere. Non mi bastano i nomi dei boss appartenenti ai clan mafiosi. Il mio compito è aspettare
giustizia. Compito degli altri è farla.
Qualcuno impedirebbe con una sfilza leggi e con tante correzioni ai codicì di fare giustizia.
Questo dice suo fratello Nando battendosi contro i provvedimenti "Berlusconi band"; come lui la definisce...
Nando e io la pensiamo in modo diverso. Rispetto tutte le battaglie di mio fratello.
Gli sono affettivamente vicina. Ma per quanto riguarda questa battaglia sulla giustizia,
io mi metto dalla parte della gente.
Per chiedere cosa?
Io voglio una giustizia che sia giusti zia giusta e non una giustizia politica.
Che cosa non le piace?
Io vedo sui giornali troppi giudici polemizzare ogni giorno. Invece, credo che il giudice,
col massimo rispetto della sua professione, dovrebbe lavorare in silenzio facendo giustizia.
Il resto è politica. Dicono che le nuove leggi "tagliano le unghie" agli inquirenti. Questa battaglia
sulle leggi è venuta fuori ad agosto. Io aspetto settembre. Magari decisioni affrettate prese ad agosto
potranno essere riviste.
E la "band"?
No, io non me la sento di parlare di "Banda Berlusconi". Io credo che Silvio Berlusconi abbia
una reale intenzione di fare giustizia e di garantire alla gente il bisogno di giustizia.
Mi dà fastidio invece che Berlusconi, qualsiasi cosa faccia venga comunque e sempre attaccato.
Io non credo nella malafede di Berlusconi. Fino a prova contraria. Ma non credo che ci sarà motivo di delusione.
E il suo entourage?
Molte delle persone che fanno pane della sua cerchia i io le conosco e sono persone perbenissimo.
Farebbe bene a tutti fermarsi un attimo e collaborare.
Collaborare con Berlusconi?
La gente si. aspetta collaborazione e non guerre fredde. Basta con queste faide politiche.
Non c'entrano niente con la giustizia le faide politiche.
A sinistra vorrebbero impegni concreti contro la mafia
Ma quando il governo li prende li dimenticano. L’impegno di stabilizzare il carcere duro,
il regime del 41 bis", Berlusconi e i suoi ministri lo hanno preso. Eppure, questo dato non
viene mai richiamato da chi attacca . Perché non sono utili al ragionamento.
E lo dico da cittadina stanca di assistere a una persecuzione cieca.
Persecuzione?
Nei confronti di un presidente che in Europa è stimato? Certo, di errori ne fanno tutti.
Ma di errori ne abbiamo perdonati tanti alla sinistra. Eppure da sinistra sparano oggi pallettoni.
E sono pallettoni veri, non a salve.
Che cosa suggerirebbe alla sinistra?
Direi di farla finita con questo atteggiamento forsennato. Berlusconi si è messo d'accordo con Putin.
Possibile che non sia possibile una collaborazione con la sinistra italiana? È necessaria, se vogliamo
bene all’Italia. E non vergogniamoci di dire "Italia", "italiani". Altrimenti, è so lo strumentalizzazione.
Mai un ripensamento per aver parlato bene di Berlusconi in Tv, da Vespa e Santoro, prima delle elezioni
dell'anno scorso?
Io sono pronta a un esame di coscienza sulle cose concrete, sulle leggi in discussione. Ma è passato un anno.
Diamo il tempo perché mantengano fede agli impegni presi. Ma che non si ripeta ciò che accadde nel '94.
E i suoi fratelli?
Ci incontriamo tutte le settimane a Roma. Nando e Simona hanno le stesse idee. Io no.
Ma l’affetto è talmente viscerale che, pur accalorandoci, riusciamo a discutere senza minimamente
scalfire l’unione di fratelli.
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